(tranne dove diversamente specificato, tutti gli articoli sono tratti da Il Napolista - informazione e analisi politico - calcistica)

mercoledì 29 settembre 2010

"The show must go on"


28th, set, 2010
“The show must go on!” Hai voglia di stare a lambiccarti il cervello, tipo: “Fermate la giostra, bucate il pallone!”. E anche: “Macché, è tutto grasso che cola!”. E così mentre qualcuno è già cotto alla quinta, qualcun altro se ne sta in poltrona ad aspettare l’ennesimo fischio d’inizio. E chi se ne frega se i calciatori arrancano, gli scommettitori inventano e i Napolisti non si raccapezzano più. “The show must go on!” cantano i presidenti mentre gongolano e si fregano le mani di giorno e di notte studiano l’ultima alchimia per scongiurare un’ improbabile crisi da rigetto, che tanto si sa di calcio non è mai morto nessuno. E siccome alla fine il fine giustifica i mezzi, qualsiasi diavoleria è concessa purché ci incolli dinanzi ad uno schermo piatto o al seggiolino lurido e traballante di una tribuna. E succede che, a guardare bene, è proprio un’aquila quella che sorvola il cielo dell’Olimpico. Un’ aquila in penne ed ossa che fa il giro e torna indietro. Come al circo. E come il circo, pure il mondo del calcio ha i suoi pagliacci. Ad ogni squadra il suo…Meno male che Fechella è morto da un pezzo, sennò sai quante umiliazioni per il povero Ciuccio convalescente!…

di Gianluca Maria Marino

giovedì 23 settembre 2010

Vita, ciorta e miracoli di Byron Moreno


23nd, set, 2010
E chi lo ha detto che un esportatore di eroina debba per forza essere un arbitro corrotto? E’ giusto. Ma voi designereste “direttore di gara” uno che ha marchiato così pacchianamente la sua fedina penale? Che poi il mestiere di arbitro già non si addice a un tipo con il fisico del Sergente Garcya e l’acconciatura alla Nembo Kid. Lo sguardo da pesce lesso e l’espressione ebete del piu’ alto dei Fratelli Dalton. A parte la tenuta atletica, ma cacchio pure l’occhio vuole la sua parte. E allora quanti sensi dobbiamo scomodare prima di arrenderci serenamente alla realtà dei fatti? Un mondiale sconcertante quello del 2002 e non soltano per i nostri colori. In pochi giorni fece ricredere gli spagnoli che già ci avevano bollati come piagnoni. Un ritorno meschino in patria, dove per aggiustare un risultato non esitò a decretare tredici minuti di recupero, il tutto per favorire la squadra della città nella quale si era candidato. Non fu eletto naturalmente, ma quella bravata gli costò un’inchiesta della Federazione e successivamente la radiazione. "Meno male che ero io quello corrotto" ci sbeffeggiò Lord Byron all’indomani del caso Calciopoli. E ancora: “Se volete vengo in Italia ad arbitrare...", prima che qualche volpone nostrano gli offrisse decine di migliaia di dollari della nostra televisione pubblica, affinché venisse in Italia a fare l’idiota in mezzo alle immancabili ballerine. Poi il viaggio in America. Un’idea stramba. Sei chilogrammi di eroina nelle mutande e quell’espressione, sempre la stessa, per cercare di giustificarsi: “Avevo un appuntamento galante” pare abbia detto ai doganieri americani “Non volevo fare brutta figura!”.

di Gianluca Maria Marino

giovedì 2 settembre 2010

A proposito di speranza




Sosa e Yebda, il prezzo della scommessa Napoli

2nd, set, 2010
Restiamo, dunque, aggrappati a una speranza. Così ci suggerisce pure il buon Carafa. E la speranza, si sa, è l’ultima a morire. Quella dei tifosi, poi, muore un attimo dopo. E quanto a quella dei napoletani, forse, nemmeno muore, perché fa parte della tradizione, delle informazioni genetiche che si tramandano di generazione in generazione. Nella fattispecie la speranza si regge su due nomi. Uno, piuttosto semplice e familiare, che ci riesce già rassicurante. L’altro, di una scaglia più complicato, dal suono esotico e misterioso, che ci solletica la curiosità. Sosa e Yebda sono la chiave di lettura dell’intera campagna acquisti del calcio Napoli, ma non solo. Sono il rischio che comporta l’investimento. Il prezzo della scommessa. I perni stessi intorno ai quali ruota l’intera stagione degli azzurri. Cavani? Sarà la punta di diamante. La prima donna. Il cecchino infallibile. Ma tutto questo, perdonatemi la presunzione, è già una splendida certezza. Il mistero, invece, si svela attorno a quei due. Saranno la tessera che completa il mosaico o la goccia che fa traboccare il vaso? La ciliegina sulla torta o l’ultima carta che si tira giù il castello? Staremo a vedere. Intanto, ingoiamo il rospo e…speriamo bene. Però attenzione Presidente! Parli chiaro. Da noi si dice: “Chi vive sperando, muore disperato”. Non so lei, ma per noi avremmo immaginato tutt’altra fine.

di Gianluca Maria Marino